Nel nostro cielo un rombo di tuono

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Re: Nel nostro cielo un rombo di tuono

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CALCIO IN LUTTO: È MORTO GIGI RIVA! ADDIO A ROMBO DI TUONO, MITO DEL CALCIO ITALIANO E DEL CAGLIARI CAMPIONE D'ITALIA
Stefano Dolci

Ricoverato da domenica all’ospedale Brotzu di Cagliari, dopo aver accusato un malore di tipo cardiaco, Gigi Riva è morto a seguito di un peggioramento maturato intorno alle 19:30 di lunedì sera. Il calcio italiano piange uno dei suoi attaccanti più formidabili e talentuosi di sempre, recordman di gol della Nazionale che scelse di legarsi al Cagliari e lo portò a vincere un mitico scudetto

Il calcio italiano piange Gigi Riva. Un mito, un eroe d’altri tempi, un attaccante implacabile talmente forte e unico da legarsi per la vita a due sole squadre – la Nazionale Italiana e il Cagliari, la squadra della sua amata Sardegna, l’isola che lo adottò e dove scelse di non andarsene più – e con queste due maglie riscrivere la storia, frantumare record ma soprattutto regalare gioie ineguagliabili e mai più provate soprattutto ai tifosi del Cagliari, formazione con cui vinse un leggandario scudetto nel 1970. Ricoverato nel reparto di Cardiologia del Brotzu di Cagliari a seguito di un infarto accusato nella giornata di domenica, Riva è spirato intorno alle 19:30 dopo che nella giornata di oggi si era ipotizzata l’ipotesi che potesse essere sottoposto a un intervento al cuore. Aveva 79 anni.


GOLEADOR ALL TIME DELLA NAZIONALE ITALIANA (35 GOL IN 42 PARTITE), BRERA LO RIBATTEZZÒ "ROMBO DI TUONO"

Lombardo, nativo di Leggiuno, Luigi Riva è universalmente considerato il più grande centravanti italiano del dopo guerra. D’altronde non è un caso se - nonostante dall’ultima presenza di Riva in azzurro siano trascorsi praticamente 50 anni – il miglior marcatore di tutti i tempi della Nazionale Italiana resta lui con 35 reti in 42 presenze, dall’alto della sua incredibile media di 0,83 gol a partita. Tre volte capo-cannoniere, in serie A ne realizzò 156 tutti con la maglia del Cagliari, la squadra che lo prelevò nel 1963 per 37 milioni di lire dal Legnano e con la quale è assurto a mito assoluto e monumento nazionale come ricorda la FIGC nel suo comunicato di commiato. Dal 1963 al 1977 ha vestito solo e soltanto la maglia del Cagliari, rifiutando a più riprese la corte delle blasonate squadre del nostro campionato: chiuderà con un bottino di 205 reti in 374 partite ufficiali con l’apice del clamoroso scudetto, l’unico della compagine isolana, nel mitico campionato del 1970.

Vanto del Cagliari, formazione di cui da qualche anno era anche il presidente onorario, Riva ha scritto pagine memorabili anche in azzurro. Agli ordini di Ferruccio Valcareggi conquistò il primo titolo Europeo della nostra storia nel 1968, nella finale bis contro la Jugoslavia e due anni più tardi fu tra i protagonisti del Mondiale in Messico del 1970, quello del match del secolo contro la Germania Ovest – in cui sigll la rete del momentaneo 3-2 ai tempi supplementari - e del secondo posto alle spalle del Brasile di Pelè. Appese le scarpette al chiodo all’età di 31 anni – a causa degli infortuni – dopo una breve parentesi da dirigente nel Cagliari, dal 1990 è stato stimato team manager della Nazionale, incarico che ha ricoperto fino al 2013. Con gli Azzurri ha partecipato a sei mondiali, tra cui quello vittorioso di Germania 2006 e quello di Stati Uniti 1994 perso in finale, e a cinque europei, tra cui i due di Belgio-Paesi Bassi 2000 e Polonia-Ucraina 2012, persi in finale. Personaggio riservato e schivo, viveva in un appartamento nel centro di Cagliari: la città dove aveva scelto di vivere e dove ha anche fondato il "Centro Sportivo Gigi Riva", la prima scuola calcio in Sardegna, da dove hanno spiccato tanti calciatori tra cui anche l’interista Nicolò Barella.

GRAVINA: "GIGI RIVA HA INCARNATO IL MITO DELL'UOMO LIBERO. SE NE VA UN MONUMENTO NAZIONALE"
"Sono scosso e profondamente addolorato, il calcio italiano è in lutto perché ci ha lasciati un vero e proprio monumento nazionale - il ricordo del presidente della Figc, Gabriele Gravina - Gigi Riva ha incarnato il mito dell’uomo libero e del calciatore straordinario: il suo orgoglio, la sua classe e il suo senso di giustizia hanno unito generazioni e appassionato milioni di persone. ‘Rombo di tuono’ ha legato all’Azzurro la sua straordinaria carriera da atleta e da dirigente, grazie a lui abbiamo vinto l’Europeo del 1968 e il Mondiale del 2006. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscerlo oggi perde un amico e un punto di riferimento importante”


r.i.p.
Forse se dicessimo alle persone che il cervello é un app inizierebbero ad usarlo
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